27th Nov2016

Steven Seagal accusato di aver ucciso un cane nella serie Lawman

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Steven Seagal è un noto animalista. tra i suoi progetti Seagal ha girato la serie Lawman affiancato un vero sceriffo che gli faceva da

assistente. In una delle ultime puntate di questo show, però, qualcosa è andato storto e Seagal ha rischiato di avere non pochi problemi.

Seagal sta “lavorando” nella città di Maricopa, agli ordini dello sceriffo Joe Arpaio. in una puntata ha fatto irruzione nella casa di Jesus Sanchez Llovera, accusato, a suo dire senza prove concrete, di organizzare combattimenti clandestini tra galli. sempre secondo Jesus, Seagal sarebbe arrivato in assetto anti sommossa, con tanto di mezzo blindato e squadra d’assalto a fare da copertura e avrebbe aperto il fuoco uccidendo il suo cane di undici mesi. Una cosa assurda e spropositata per l’accusa. Ora Jesus chiede le scuse formali di Seagal verso i suoi figli per l’uccisione del cucciolo (oltre ad un risarcimento di 100.000 dollari).

Non sappiamo come sia andata a finire questa vicenda ma il suo impegno è noto e riconosciuto, inoltre l’accusa è stata mossa da un personaggio probabilmente in cerca di bieca celebrità o semplicemente avido di denaro.

27th Nov2016

Le presunte origini Calabresi di Steven Seagal

La madre di Steven Seagal, era calabrese (discendenza comunque nascosta dalla madre arrivata negli USA). Patrizia Bitonti, infermiera, (1930 – 2003) è nata a San Giovanni in Fiore (Cs), emigrò in America con la famiglia e sposò Samuel Steven.

L’attore di Hollywood è stato sempre incuriosito delle sue origini italiane ed infatti nel suo primo film, “Nico”, interpreta il ruolo di un duro poliziotto italo – americano, nato a Palermo che riesce a farsi intendere attraverso metodi alquanto sbrigativi.

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27th Nov2016

Intervista a Steven Seagal

Intervista di Stanley Weiser al Maestro Steven Seagal Shambhala Sun, Novembre 1997

steve-seagalStanley Weiser: Per comiciare, potresti dire ai nostri lettori qualcosa
sulla tua preparazione nell’arte marziale dell’Aikido—per quanto ti sei allenato, chi sono stati i tuoi maestri, e quando sei diventato tu stesso un maestro?
Steven Seagal: Beh, un piccolo maestro—e sulla carta—un titolo che probabilmente ho ricevuto all’inizio degli anni 80. Ancora non ci credo di essereo arrivato al livello di maestro. Probabilmente qualcuno pensa che io sia un maestro, ma nella mia testa non lo sono di sicuro.
Stanley Weiser: Quando hai cominciato ad allenarti in Aikido?
Steven Seagal: Nella metà degli anni 60 ho cominciato ad allenarmi con Ishisaka Kiyoshi.
Stanley Weiser: Che stile di Aikido seguiva?
Steven Seagal: Esiste solo uno stile. Dico questo perché le persone che erano a contatto con Ueshiba Morihei, il fondatore credono che se qualcuno sta praticando un altro stile, non dovrebbe chiamarlo Aikido. Per me questo è l’Aikido perché questo è ciò che lui inventò.
Stanley Weiser: Hai avuto una relazione di tipo spirituale o d’amicizia con lui come insegnante?
Steven Seagal: Non ho studiato con lui tenendolo per mano o cose del genere. Il massimo che ho avuto è stato ascoltarlo a lezione.
Stanley Weiser: Ti sei avvicinato al Buddismo a causa della disciplina nelle arti marziali?
Steven Seagal: Beh, ad essere onesti non ne sono sicuro. Sono nato con una forte coscienza spirituale e per molti anni ho studiato diversi percorsi. Mi sono trasferito in Giappone alla fine degli anni 60 ed lì ho cominciato con la meditazione Zen. Ho visitato monasteri studiando il Buddismo e ricevendo un’educazione spirituale. Questo è stato il mio inizio, quello che pensavo fosse giusto—lo sviluppo della parte fisica tramite le arti marziali coltivando il lato spirituale simultaneamente.
Stanley Weiser: Hai anche studiato agopuntura?

Steven Seagal: Si. E’ stato ciò che mi ha portato poi al Buddismo tibetano. C’ra un gruppo di lama arrivati dal Tibet. Erano malati ed erano stati torturati. Dato che studiavo agopuntura, mi fu chiesto di prendermi cura di un paio di loro, anche se non parlavo tibetano. Alla fine riuscivamo lo stesso a comunicare. Imparai un po’ di tibetano e strinsi un forte legame con essi.Più tardi sono stato coinvolto in certe cose che non sono proprio del tipo che ricordi con affetto.

E’ accaduto al tempo in cui i Khampas erano ancora in guerra con i Cinesi e la CIA li aiutava; a causa della forte repressione contro i tibetani, avevo voglia di contribuire. Steven-Seagal-1-300x202Il mio coinvolgimento però fu minimo. E’ stato in quegli anni che il mio interesse per il Buddismo tibetano fiorì, ma il mio coinvolgimento in qualunque tipo di addestramento spirituale rimane una cosa personale—non segreta come altre cose, ma solo privata. In quel periodo avevo voglia di essere invisibile il più possibile nella comunità del dharma,
per molte ragioni. Sono uscito allo scoperto solo di recente.
Stanley Weiser: Puoi dirci qualcosa sul tuo coinvolgimento con i combattenti per la libertà del Tibet?
Steven Seagal: Forse è meglio che lasciamo perdere con quell’argomento. Cerchiamo di vivere in un mondo in cui possiamo scegliere la via di mezzo e cercare l’armonia, ed io non voglio dare l’impressione di un pericoloso rivoluzionario, perché in realtà non lo sono. Io sono su questa terra per un motivo e cioè per vedere se riesco in qualche modo a servire l’umanità ed alleviare le sofferenze degli altri.
Stanley Weiser: Chi è stato il tuo guru?
Steven Seagal: In genere per me Sua Santità Dilgo Khyentse Rinpoche è stato il più grande, ed ora ho una devozione molto forte verso Minling Trichen e Sua Santità Penor Rinpoche.
Stanley Weiser: Ci risulta che di recente Penor Rinpoche ti ha riconosciuto come tulku. E’ vero?
Steven Seagal: Addirittura! Io non la metterei in questo modo. C’è una rivista poco rispettabile che mi ha accusato di dare tangenti a Penor Rinpoche e tutti gli altri lama principali per farmi avere quel riconoscimento. Beh, prima di tutto, questo è un riconoscimento che la gente mi ha dato da più di 20 anni a questa parte, gente che mi conosce nel dharma da molto tempo, molto, molto prima che Penor Rinpoche l’abbia mai formalizzato. E’ stato qualcosa che ho sempre tenuto segreto e nei fatti negato. Perciò se allora lo negavo, perché mai avrei dovuto versare tangenti per averlo ora? Vedi perché è un gran peccato? Non mi interessa se mi insultano, ma è una vergogna che la gente scandalizzi il dharma e parli male di Penor Rinpoche ed altri alti lama Nyingma.
Stanley Weiser: Vuoi dire che per venti anni ti è stato detto che è probabile che tu sia un tulku?

Steven Seagal: Ci sono persone che mi hanno detto che io sono la reincarnazione di un lama, cioè un tulku. Penor Rinpoche mi ha in pratica riconosciuto come Kyung-drak Dorje, che è la reincarnazione del traduttore Yudra Nyingpo. Secondo “Le vite dei Tertoni” di Jamgon Kongtrul, Yudra Nyingpo era un discepolo del grande traduttore Berotsana e divenne sia un grande studioso che un esperto maestro di meditazione. Molte delle sue reincarnazioni, come il traduttore di Minling, Lochen Dharma-shri, hanno dato un forte contributo al Buddismo e sembra che sia rinato in molti “tertoni“ (rivelatori di tesori).
Stanley Weiser: Hai ricordi delle vite passate?
Steven Seagal: Da quando ho cominciato ad andare in India ed a meditare, ho cominciato ad avere dei ricordi poco chiari. Proprio qualche giorno fa, ero in meditazione con un lama ed una delle cose che mi ha detto è che io ho forti impronte di molte delle mie vite passate e quindi la mia realizzazione di ciò sarà per me più rapida che in altri.
Stanley Weiser: Che intendeva dire con questo?
Steven Seagal: Non è facile spiegarlo. Ma con qualcosa come “ngondro”, se si pratica e si pratica e ci si dissolve nel vuoto con la pratica concentrandosi sul bodhicitta più di ogni altra cosa, si può cominciare lentamente a dissolvere il velo su cosa pensiamo di essere, qual’è la nostra vera natura, cioè la combinazione di tutte le nostre vite. Dobbiamo solo ricordarle. E’ in questo che il ritiro è benefico. Naturalmente, praticando più a lungo, si possono sviluppare diversi “siddhi”. Ma nessuno di essi è davvero importante. Ciò che importa è quello che facciamo della nostra vita. In contrasto con ciò che disse quella rivista, tutte le volte che qualcuno mi ha chiesto se io fossi un “tulku” ho sempre risposto che non credo sia importante chi ero nelle mie vite passate. Penso sia importante chi sono in questa vita. E quello che faccio in questa vita è importante solo se riesco ad alleviare le sofferenze del prossimo, se posso in qualche modo fare del mondo un posto migliore, o se servo il Buddha e l’umanità in qualche modo, se riesco a piantare il seme di “bodhicitta” nel cuore della gente.
Stanley Weiser: Quindi, contrariamente a quello che pensa tanta gente, che questo riconoscimento sia stato una scoperta improvvisa, si è invece sviluppato durante un lungo periodo di tempo.
Steven Seagal: Oh, ho continuato a meditare seriamente nel mio modo pietoso forse per ventisette anni.
Stanley Weiser: E’ un bel po’ di tempo. Gli studenti si rivolgono a te usando un qualche titolo speciale?
Steven Seagal: La gente mi chiama in molti modi, comprese le parolacce. Rispondo a tutti. Quando entro in una stanza alcuni vedono un cane, altri una mucca; io sono ciò che vedono, è la loro percezione. Ma io credo che la natura del Buddha sia in tutti noi, anche in un cane rognoso che giace in una fogna pieno di pulci. Quel cane per me è Buddha. La gente mi può chiamare come vuole, risponderò a tutto.
Stanley Weiser: Hai tenuto un discorso pubblico a Santa Barbara di recente?
Steven Seagal: Ho fatto delle lezioni recentemente. Sempre sugli insegnamenti del Buddha. Il Dalai Lama mi ha detto di concentrarmi sul “bodhicitta”. E’ questo che mi piacerebbe fare.
Stanley Weiser: Il Dalai Lama ti ha dato istruzioni personali su cosa insegnare?
Steven Seagal: Non direi che mi ha dato istruzioni personali su cosa insegnare. Mi ha dato istruzioni personali e mi ha invitato a lezioni tenute da egli stesso. Spero anche di studiare con Trichen
Rinpoche e Penor Rinpoche—sono alcuni dei lama che penso siano insegnanti eccezionali e grandi maestri, e sono molto fortunato a poter ricevere da loro ogni tanto. Meditando con loro spero di poter assorbire la conoscenza e la saggezza necessarie per poter trasferire qul poco che ho ad altri.


Stanley Weiser: Quando sei diventato una star cinematografica, in che modo questo ha influenzato il tuo ego? Hai perso il controllo? Sarà stato difficile seguire gli insegnamenti considerando che venivi adulato e/o oltraggiato.
Steven Seagal: Anche quando ero in Giappone, la gente cercava di sfidarmi, e la ragione per cui me ne andai fu che la deificazione è davvero una trappola mortale. Perciò in America ho tenuto per me la mia pratica spirituale. Non penso che la deificazione sia stato un grosso problema nella mia vita perché sono abbastanza fortunato da aver capito molto tempo fa cosa davvero significhino l’adorazione ed il potere. Penso che l’ostacolo più grande sia stato solo il non riuscire a capire la via
Stanley Weiser: C’è uno slogan buddista che dice “lavora prima alle contaminazioni più grandi” Qual’è la più grande contaminazione che hai dovuto affrontare in questa vita?
Steven Seagal: Non capire davvero la differenza tra il desiderio di perfezione spirituale per il beneficio di tutti gli esseri senzienti ed il nutrire spiritualmente me stesso.
Su questo punto ero confuso da giovane: pensavo che se mi fossi potuto nutrire spiritualmente fino ad alti livelli di realizzazione spirituale allora avrei potuto fare cose più grandi nel mondo e sarebbe stato un bene per me e per gli altri. Ero semplicemente troppo ignorante e stupido per capire che la base da cui dobbiamo partire è il primo ed il più importante beneficio di tutti gli esseri senzienti. E’ stato un grosso ostacolo per me e mi ha causato grandi sofferenze.
Stanley Weiser: Pensi che ricinoscere questo sia il mezzo per accelerare il processo?
Steven Seagal: Lo spero.
Stanley Weiser: Che tipo di meditazione pratichi?
Steven Seagal: Pratico la “ngondro” ed il guru yoga; è una bella forma di meditazione per me. Ho anche alcune pratiche segrete che ho il potere di fare.
Stanley Weiser: Pratichi le prostrazioni?
Steven Seagal: Le prostrazioni sono la cosa che preferisco al mondo. Al momento sto cercando di semplificare tutte le pratiche esaltate che sono probabilmente fuori della mia portata, tutti i tantra che ho cercato di imparare, e cerco di concentrarmi sul bodhicitta. Ogni volta che divento troppo esoterico nel regno del tantra mi perdo un po’. Poi ritrovo la saggezza dei miei maestri quando dicono di tornare agli inizi e concentrarsi sul bodhicitta. Non sono un essere completamente realizzato, non sono un grande lama, non ho nessuna grande pratica, sono una persona molto semplice che cerca di raggiungere le prime basi e le più semplici pratiche di un bodhisattva. Comincio ora a praticare umili memorizzazioni, meditazioni e preghiere.
Stanley Weiser: Per quanto pratichi?
Steven Seagal: Non ho dei tempi particolari. Non tengo conto di quanto esattamente pratico, ma posso dire che di solito sono due ore la mattina e due la sera
Stanley Weiser: Nell’indaffarata vita del cinema, nel caos e nell’ego incerto, dove trovi il tuo senso di equilibrio? Come riesci a mantenere il tuo posto in quel mondo?
Steven Seagal: Non mi importa davvero cosa la gente pensi o dica di me. Se mi chiedi cosa mi solleva e facilita il samsara, rispondo il Guru Rinpoche, il Buddha e tutti i protettori, dakas e dakanis. Vado avanti in questa città e do quel poco di cui sono capace.
Stanley Weiser: A quali altri progetti ti stai dedicando?
Steven Seagal: Voglio riuscire a sfamare i bambini malati che muoiono di fame in Tibet. Voglio lavorare a progetti dedicati principalmente ai bambini ammalati ed affamati. Stiamo anche cercando da un po’ di fare qualcosa per le persone con problemi agli occhi in Tibet. Molti monasteri hanno bisogno d’aiuto. Quando quella rivista disse quelle cose inesatte sui miei maestri, quello che però non hanno detto è che io ho sempre donato grosse somme di denaro a molte organizzazioni religiose. L’ho fatto in segreto, ma sembra che ciò che noi chiamiamo stampa non crede sia proficuo scrivere di buone azioni. Preferiscono le cattive notizie, anche se devono crearsele da soli.
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Stanley Weiser: In parte credo sia la loro incapacità di riconciliare la tua immagine sul grande schermo con la tua immagine di persona spirituale.
Steven Seagal: Recitare è un’arte. Almeno così si suppone. Uno dei miei maestri mi disse che l’arte è la madre di tutte le religioni; diventando tutt’uno con noi stessi e la natura, si diventa tutt’uno con Dio. Non dico certo che io sono un grande artista, probabilmente sono un artista mediocre, ma il punto è che tramite questo veicolo ho potuto diffondere il Dharma ed aiutare altri istituzioni religiose nel mondo, da quelle ebree a quelle cattoliche e hindu.
Stanley Weiser: Cosa fai con tutta la rabbia non controllata che viene dal lavorare in questo ambiente da coltellate alle spalle. Come buddista come affronti la cosa?
Steven Seagal: Sono un essere umano: se ferito, sanguino come tutti gli altri. Quando succede è meglio portare i tuoi problemi nella pratica. Superando rabbia, dolore e attaccamento diventiamo più forti; portando tutto questo difronte ai buddha, ai protettori, ci si purifica.
Stanley Weiser: Il tuo personaggio è quello del nobile duro che protegge gli innocenti da gangster, spacciatori e terroristi. Quando reciti sei forzato ad affrontare la violenza con la violenza. Quando ti rivedi sullo schermo, come concili la carneficina con lo stile di vita di un uomo che pratica gli insegnamenti della compassione e della non violenza?
Steven Seagal: Beh, non credo che uno abbia direttamente a che fare con l’altro. Penso che l’arte imiti la vita e la sua funzione dovrebbe essere una perfetta ed accurata interpretazione di come la vita è realmente, in tutte le sue emenazioni. Sono un artista che cerca di perfezionare le sue capacità, ma allo stesso tempo io ho delle idee riguardo la violenza. Ero sotto contratto con la Warner Brothers e non potevo reciderlo. Quello che volevano da me erano film d’azione. Altre case mi avevano offerto grosse somme di denaro per girare film di diverso tipo e la Warner non me lo ha lasciato fare. Ora che sono fuori da quella situazione avrò la possibilità di fare i film che vorrei veramente, certamente con contenuti spirituali, che invitino la gente alla contemplazione e che offrano loro gioia.
Stanley Weiser: OK, un’ultima domanda. Riconoscendo l’inseparabilità di samsara e nirvana, quale diresti sia il lato migliore e quello peggiore dell’essere Steven Seagal?
Steven Seagal: Lo sai, sono cresciuto con lo Zen e non guardo alla mia vita in termini di migliore o peggiore
Stanley Weiser: Chiedevo da un punto di vista relativo.
Steven Seagal: La cosa di cui sono maggiormente grato sono i maestri che mi hanno permesso di avere quel poco di conoscenza e saggezza che mi fa continuare a respirare. Sono grato per la possibilità che ho sullo schermo di portare gioia e felicità alla gente e per quella che spero avrò in futuro di portare le persone alla via della contemplazione. Come cose peggiori, considero i miei peggiori nemici e le mie peggiori sofferenze i miei più grandi maestri. C’è sempre un altro lato in queste forze negative
Stanley Weiser: Grazie di cuore.
Steven Seagal: Grazie a te.

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